MEDICINA DI GENERE: UN PASSO VERSO LA TERAPIA A MISURA DI PAZIENTE

MEDICINA DI GENERE: UN PASSO VERSO LA TERAPIA A MISURA DI PAZIENTE

MEDICINA DI GENERE: UN PASSO VERSO LA TERAPIA A MISURA DI PAZIENTE

A cura di Ginevra Panza, Lucia del Sorbo, Luca Sasso e Irene Iorio

Fin dalle origini, la medicina ha avuto un orientamento prettamente di tipo androcentrico, riservando particolare attenzione alle differenze di genere esclusivamente per quanto riguarda la donna in stato di gravidanza. Per tantissimo tempo è prevalsa la convinzione che gli individui di genere maschile e femminile fossero, ad eccezione del solo apparato riproduttivo, praticamente equiparabili. Questa idea è stata radicata fino agli ultimi decenni del Novecento, anni in cui la medicina tradizionale ha subito una profonda evoluzione grazie ad un approccio innovativo che mira a stabilire l’impatto delle variabili biologiche, ambientali, culturali, psicologiche e socio economiche determinate dal genere sulla fisiologia, sulla patologia, sulle caratteristiche cliniche delle malattie, ma anche nella sperimentazione farmacologica e nella ricerca scientifica.

1. Perché la medicina di genere?

2. Studi farmacologici

3. Malattie cardiovascolari

3. Malattie ossee

4. Sistema immunitario

5. Conclusioni

6. Fonti

Perché la medicina di genere?

A far nascere il concetto di medicina di genere è stata la volontà di porre al centro dell’attenzione il singolo paziente, con tutte le sue caratteristiche, in modo che sia la terapia ad adattarsi alla persona e non viceversa.
L’Italia, grazie alla legge n. 3 del 2018, è stato il primo paese europeo a promuovere la nascita di una ricerca pienamente consapevole delle differenze biologiche e fisiologiche tra uomini e donne, nonché l’inserimento della medicina di genere nei programmi di informazione e aggiornamento. Ma in cosa sarebbero effettivamente diversi gli uomini dalle donne? Proviamo a fare una panoramica sulle principali problematiche.

Studi farmacologici

Per quanto riguarda i farmaci vanno considerate caratteristiche peculiari che possono influenzarne l’assorbimento e dunque l’efficacia. Si tratta di profonde differenze delle variazioni ormonali, peso, composizione corporea, acidità gastrica. Spesso le dosi sono stabilite su misura per gli uomini, che presentano naturalmente fattori distintivi rispetto alle donne e questo può causare una maggiore tossicità sulle donne. Ciò deriva dal fatto che non veniva prestata la giusta attenzione al genere e al sesso fin dalla ricerca preclinica ovvero la conduzione di un arruolamento insufficiente di donne in tutte le varie fasi della sperimentazione, in particolare negli studi di fase 1, che vanno a valutare proprio la dose massima tollerata. Questa problematica si ripropone anche nelle pubblicazioni scientifiche, che spesso tendono a non differenziare i risultati ottenuti in relazione al genere.
Un esempio particolarmente attuale è rappresentato dagli studi inerenti l’infezione da SARS-Cov2: le analisi hanno evidenziato che l’attenzione al sesso e al genere dalle fasi precoci di registrazione degli studi, fino alla loro pubblicazione, sia sempre stata molto bassa. Pochissimi di questi studi infatti includono il sesso/genere tra le variabili analitiche, una percentuale maggiore, seppur bassa, lo considera esclusivamente nella fase di reclutamento, mentre la maggior parte non menziona la problematica nella registrazione dello studio.

Malattie cardiovascolari

Un altro ambito di particolare interesse è costituito dai disturbi cardiovascolari, per lungo tempo considerati patologie di tipo prettamente maschile a causa del ruolo protettivo degli estrogeni per la donna. Le malattie cardiovascolari, tuttavia, colpiscono anche le donne, principalmente in menopausa, con segni e sintomi spesso molto diversi. Sono state evidenziate un’origine e un andamento totalmente diversi tra la salute vascolare nell’uomo e nella donna. Si stanno quindi approfondendo studi sulla patogenesi di questi disturbi diversificando i due tipi di indagine e non più limitandosi ad estendere gli studi svolti su un campione prettamente maschile alla popolazione femminile.

Malattie ossee

In maniera analoga si pensa invece che malattie dell’osso, quali l’osteoporosi, colpiscano solo le donne in menopausa. Questa concezione fa tendere allo sviluppo di farmaci studiati per lo più su misura del corpo femminile e di conseguenza non prescrivibili agli uomini che soffrono di queste patologie (circa il 6% degli uomini di età compresa tra i 50 e i 90 anni).

Sistema immunitario

Discorsi analoghi possono essere fatti anche in campo immunologico: il sistema immunitario femminile presenta caratteristiche peculiari rispetto a quello maschile. La donna sembra infatti presentare un sistema immunitario più efficiente ed in grado di proteggerla maggiormente da infezioni batteriche e virali, ma che allo stesso tempo la espone a una maggiore probabilità di sviluppare patologie di tipo autoimmunitario.
Necessariamente diversa è quindi anche la risposta del sistema immunitario maschile e femminile per quanto riguarda i vaccini, per i quali vanno considerate tutte le variabili che caratterizzano qualsiasi altro farmaco.
Per quanto riguarda il vastissimo campo dell’oncologia invece si riscontrano frequenze e localizzazioni dei vari tumori molto diversificate tra i due sessi, dati che premono sempre di più per metodi diagnostici pensati a misura per pazienti donne.

Conclusioni

Nonostante la consapevolezza, emerge ancora una forte tendenza ad un approccio che tende ad ampliare una medicina pensata per il corpo di sesso maschile a quello femminile, nonché a considerare i due generi come equiparabili dal punto di vista sociale. Problematica che viene accentuata se si pensano ai maggiori costi che implica un campione più ampio di soggetti in fase sperimentale. Tuttavia è solo investendo nella medicina di genere che si potrà raggiungere un migliore trattamento dei pazienti, poiché si prevedono così percorsi diagnostici e trattamenti sempre più personalizzati.

Fonti

Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, (in attuazione dell’articolo 3,comma 1, Legge 3/2018), Ministero della Salute, 2019.

Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, 2020.

Benjeaa, Y., Geysels, I., Gender Bias in the Clinical Evaluation of Drugs, Applied Clinical Trials, 12-01-2020, Volume 29, Issue 12

Palmer-Ross A, Ovseiko PV, Heidari S. Inadequate reporting of COVID-19 clinical studies: a renewed rationale for the Sex and Gender Equity in Research (SAGER) guidelines, BMJ Global Health 2021;6:e004997

Consiglio Nazionale delle Ricerche, CNR – “Dichiarazione della Commissione per l’Etica della Ricerca e la Bioetica del CNR sulle differenze di genere nella ricerca farmacologica”, 2018.