09 Apr Leggere attentamente il foglio illustrativo: isolarsi con la modalità aereo
Isolarsi è un bene o un male durante questo periodo? Distanti e messi a dura prova dall’obbligo di restare a casa ed il rispetto di molte regole e divieti. È inevitabile: c’è troppo silenzio ovunque e la solitudine ci raggiunge facilmente. Connessi, ma dispersi ed intrappolati in conversazioni statiche. Mi imbatto nella domanda più gettonata e forse la meno utilizzata fino a data da destinarsi: “Cosa mi racconti?”. Tabula rasa.
Rimandavamo sempre le cose, affaticati si correva dietro al poco tempo. Adesso c’è tanto tempo libero a disposizione per raccontarsi e riscoprirsi, ma non abbiamo gli argomenti per consolidare un dialogo.
Questo improvviso distacco con la realtà e l’assenza del contatto fisico hanno permesso ad ogni individuo di impostare e gestire la propria quotidianità in “modalità aereo”. Solitari, avvolti da domande e perplessità che ci conducono in qualsiasi momento della giornata a compiere scelte incoraggianti come ad esempio: spegnere l’interruttore per respingere difficoltà e paure ed evitando così di ascoltare, ancora una volta, la realtà fuori le nostre case descritta dai media o guardare le immagini che circolano in rete.
Anche se non esiste alcun foglio illustrativo, con le relative modalità d’uso, per disattivare questo senso di vuoto e di solitudine che ci pervade, non lasciamoci abbattere da questa situazione passeggera. Una voce che insiste nella testa dice: Andrà tutto bene.
Ci ritroviamo con il terzo appuntamento in compagnia dello psicologo Daniele Marchesi.
Dott. Marchesi in queste settimane siamo sempre più connessi tramite social network. Ci sono alcuni momenti della giornata, in cui ogni essere umano rischia di affrontare il senso di solitudine. Come si supera questa fase?
«La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista, disse Bernardo Bertolucci. Di questi tempi è un obbligo, la regola è mantenere un isolamento fisico tra le persone. Dunque vissuta come condanna. Singolare, a pensare che molti, prima dell’emergenza, erano costantemente alla ricerca di un momento dove poter essere soli con sé stessi. Ma si sa, il destino è beffardo talvolta.
Tornando a noi. L’isolamento è definibile come l’impossibilità di trasmettere energia. Ma si sa di nuovo, l’umanità è tanto geniale quando vuole.
Proprio in questo momento, quasi come la scoperta del fuoco, ognuno di noi ha acceso il caminetto della comunicazione multimediale da casa propria. Allora ecco che social, video telefonate e ogni device, diviene il canale dove gettare quell’energia psichica trasformata in comunicazione. In questi fiumi si diffondono ansia, panico, rabbia, ma anche speranza, ottimismo, fiducia… Arcobaleni emotivi che variano, da persona a persona o meglio da anima ad anima… definibile forse a questo punto come Psiché….
Queste sono le reazioni individuali al panico ed alla paura. Siamo di fronte a qualcosa che non conosciamo, un pericoloso virus che ci ha cambiato la vita. Cerchiamo di saziare questo vuoto insieme agli altri. Si perché ricordiamo sempre che ciò che più spaventa l’uomo è ciò che non conosce. Come la paura del buio, perché non sappiamo cosa ci sia attorno a noi.
Ma questo modo ci aiuta davvero? Il social ci fa sentire meno soli? Meno isolati? Io personalmente non credo.
Quante volte anche tu stessa ti sei ritrovata in mezzo ad un sacco di persone, ma al contempo ti sentivi immensamente sola… Qui abbiamo la possibilità di comprendere una cosa: la solitudine non dipende da quante persone abbiamo accanto, vicino, attorno. Non è una questione di quantità, ma di qualità.
E come faccio a migliorare la qualità delle mie relazioni tu mi chiederai? Svelando il tuo mondo delle meraviglie, mia cara Alice. Raccontando le tue emozioni, i tuoi pensieri, le tue paure…
Condividendo anche le tue debolezze, ma soprattutto ascoltando quelle altrui. Si proprio così ascoltando. Ascoltare non vuol dire risolvere un problema, talvolta chi hai accanto ha voglia solo di sfogarsi… di fare sì che le sue parole scorrano come un fiume…ed allora nuota accanto a quella persona in silenzio, con attenzione e rispetto.
Scegli chi realmente desideri attorno a te, condividi la parte più reale di te stessa ed ascolta attivamente gli altri. E se posso darti un consiglio, forse personale, questa emergenza ci ha fatto riflettere molto non credi? Ci ha fatto riflettere sulle cose importanti della vita… dunque se hai fatto un torto, piccolo o grande che sia, a qualcuno: chiedi scusa, senza aspettarti nulla indietro.
Fai in modo che il momento possa renderti una persona migliore. È la tua occasione…».